Il Cammino di Monique

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Dan_94
view post Posted on 9/7/2010, 21:16




Segue da "La redenzione di Monique"



Nel 1848 lo spettro del Colera attanagliò a lungo i cuori e le menti di tutti i francesi. Quindici anni prima il morbo aveva mietuto vittime a centinaia e prometteva di fare altrettanto in quella seconda violenta esplosione di virulenza.
A peggiorare la situazione c'era un duro senso di ribellione che serpeggiava nella plebe nei confronti dei nobili e dei regnanti.
Sempre più spesso contadini, braccianti, artigiani e commercianti smettevano di lavorare per i propri padroni e fuggivano in cerca di una vita migliore, a Parigi cominciavano lentamente a radunarsi invece, pronti a scendere in strada, forconi e torce alla mano.
Le taverne pullulavano sin dal mezzodì di uomini semiubriachi che inveivano ed inneggiavano alla rivoluzione. Erano giorni pericolosi e terribili ed il Colera non era l'unico male oscuro che si muoveva tra la gente per bene.
Vedere una giovane fanciulla aggirarsi da sola per le vie della città non era uno spettacolo usuale, le ragazze indifese erano sovente vittime di brutali aggressioni in quei giorni.
Ma Monique non era affatto indifesa.
Camminava con passo deciso, ondeggiando i fianchi, gettando sguardi attenti lungo le strade semi deserte per individuare ciò che stava cercando.
Un insegna malandata che cigolava sui cardini e una porta spalancata da cui uscivano odore di umanità varia e grida, le dissero di aver finalmente trovato una taverna.
Entrò spavalda, suscitando qualche attimo di stupefatto silenzio, e si sedette accanto a quello che aveva tutto l'aspetto di un grasso fabbro, che la guardò senza nascondere minimamente l'interesse.
-Una birra.- Disse Monique, con voce suadente all'oste, poggiando una moneta d'argento sul bancone.
Bevve d'un fiato e sbatté il bicchiere vuoto sul bancone, chiedendone ancora.
Indossava una stretta veste di un verde acceso che sottolineava la linea dei fianchi e accentuava, con la scollatura profonda, la pienezza dei suoi seni.
Non indossava più il crocefisso, tra i seni le oscillava un piccolo gioiello a forma di M la cui V centrale era allungata a dismisura, formando una specie di punta di freccia che indicava ed indirizzava gli sguardi nel solco tra i suoi seni.
Quando l'oste versò il secondo calice di birra alla ragazza il ciccione emise un lungo fischio di ammirazione.
-Che c'è?- Disse Monique altezzosa, voltandosi per fronteggiare l'uomo.
-Niente madamigella, è che bevete molto.-
-E voi parlate troppo.- Rispose lei, trangugiando il secondo boccale tutto d'un fiato.
-Accidenti!- Proruppe il fabbro. -Siete così minuta che non pensavo ne reggeste due.-
-Ne reggo ben più di due!- Rispose lei, sporgendosi in avanti esponendo il seno candido.
-Siete una puttana?- Chiese l'uomo curioso.
-Non più di vostra moglie!- Rispose Monique, causando un violento rossore sul viso dell'uomo e fragorose risate nel locale, dato che tutti ormai ascoltavano la loro conversazione.
-Siete oltremodo maleducata.- Disse il fabbro.
-E voi siete oltremodo onesto, buon uomo, non solo vi indignate se prendo in giro vostra moglie ma non avete ancora fatto un solo commento sconcio sulle mie tette!- Disse lei, maliziosamente.
Gli occhi dell'uomo si fissarono sul solco tra i seni di Monique che un attimo dopo si rimise dritta aggiustandosi lentamente il ciondolo.
-Allora, vi va di chiavare oppure no?- Gli disse.
L'uomo deglutì.
-Se non volete, troverò di certo qualcun'altro disposto.- Si alzò in piedi -Non c'è nessuno in questa taverna che sappia come far godere una donna?- Strillò.
Una dozzina di uomini si alzarono contemporaneamente. Monique sorrise raggiante.
-C'è un retrobottega?- Chiese all'oste incredulo.
-C'è... un cortile...- Rispose quello.
-Perché non venite tutti con me nel cortile?- Disse allora, precedendoli. -Puoi venire anche tu.- Disse all'oste, facendogli l'occhiolino.
Nel cortile c'erano alcuni lunghi tavoli di quercia con lunghe panche per sedersi.
Monique si sedette su uno dei tavoli e attese, non molto per la verità.
Nove o dieci uomini la raggiunsero, il primo ad avvicinarla fu il fabbro.
-Come vi chiamate?- Chiese Monique.
-Francois, il fabbro, di La Tourre.- Disse l'uomo.
Monique poggiò la piccola mano sul ventre prominente dell'uomo e fu attraversata da un brivido.
-Francois di La Tourre, dimmi, tua moglie te lo ha mai preso in bocca?- Gli chiese e l'uomo abbassò lo sguardo, sconsolato, facendo cenno di no con la testa.
-Mai?- Insistette allora Monique -Nemmeno dopo un bel bagno?-
L'omone fece ancora cenno di no.
-Posso farlo io?- Chiese Monique, slacciando i cordini sul fianco del suo vestito.
Di solito le vesti femminili si sfilavano dalla testa, solo quelle più elaborate e costose avevano dei sistemi di vestizione e svestizione rapida, Monique non aveva soldi suoi, ma la piccola chiesa di St.Daniel da un anno era sommersa di ingenti donazioni da parte del popolo, donazioni di cui beneficiavano lei e Don Lucius.
Quando il costoso vestito fu tolto Monique lo gettò ai piedi di Francois. Adesso indossava solo una leggera sottoveste di lino, quasi trasparente, Monique spostò verso il basso lo scollo e le sue tette balzarono fuori, capezzoli ritti in bell'evidenza, sotto lo sguardo bramoso dei presenti.
Monique si inginocchio sul suo vestito costoso e afferrò le braghe del ciccione di fronte a lei. Tirando verso il basso lo spogliò, esponendo le massicce cosce pelose e un cazzo dignitosamente grande duro, peloso e non certo profumato dell'uomo.
Come se non avesse mai visto niente di così bello, Monique lo prese tra le dita, sollevandolo, poi piegò la testa di lato e cominciò a lapparlo dal basso verso l'alto.
Francois il fabbro cominciò da subito a gemere di piacere, estasiato da quell'esperienza nuova e incredibilmente eccitante. Non sapeva se fosse così bello sempre o se quella strana ragazza fosse bravissima a far godere un uomo con la lingua, ad ogni modo si ripromise di obbligare la moglie a fargli esattamente la stessa cosa nell'imminente futuro. La ragazza leccava con devozione il suo cazzo e gli sembrava di non aver mai goduto tanto, poi però lei risalì fino alla cappella, ci appoggiò le labbra sopra e se lo fece scorrere dolcemente in bocca. I brividi si fecero quasi insopportabili, portò d'istinto le mani sulla testa di lei e cominciò a godere.
Il fabbro esplose dentro la sua bocca pochi istanti dopo che aveva cominciato a succhiarglielo. Monique accolse la possente sborrata senza fare una piega e, scrollando i capelli, si rimise in piedi succhiandosi le labbra. Avvolse tra le dita il cazzo di Francois che si era del tutto smontato.
-Se entro sera ti torna duro, puoi tornare per una scopata, ora togliti.- Gli disse, prima di voltarsi e appoggiarsi ad uno dei tavoli. Si sollevò la sottoveste sopra i fianchi, esponendo il morbido culo bianco e la figa incorniciata di riccioli scuri ed invitante, agli occhi lussuriosi di tutti i presenti.
-Avanti uomini!- Strillò -A chi tocca?-
Non dovette attendere molto, il cerchio attorno a lei si strinse e quasi tutti gli uomini cominciarono a massaggiarsi il cavallo dei pantaloni guardandole il seno dondolante o il culo che lei ondeggiava sinuosamente.
I più audaci allungarono una mano per accarezzarla o per verificare che fosse proprio vera e non una visione dovuta all'ubriachezza.
Si fece sotto il primo, un uomo più vecchio di Francois di La Tourre, più piccolo, più sporco, meno dotato ma dalla sorprendente resistenza. Penetrò Monique senza cerimonie trovandola comunque più che pronta. Cominciò a pomparle i fianchi senza tregua, respirando forte ed emettendo lunghi mugolii di piacere.
Gli occhi scuri della ragazza passarono in rassegna il semicerchio di maschi infervorati e si soffermarono sul più giovane di tutti, un ragazzo che aveva si e no diciasette anni che si massaggiava il pacco guardandola in estasi. Monique si leccò le labbra e il ragazzo ebbe un sussulto.
-Vieni qui, lascia che te lo prenda in bocca!- Gli disse e il ragazzo saltò come una molla verso di lei, saltando sulla panca e calandosi le braghe. Monique passò una mano sotto le sue gambe e la aprì sui suoi glutei muscolosi, attirandolo a se mentre si lasciava scomparire quel giovane cazzo in bocca.
L'oste portò calici di birra a tutti gli uomini in semicerchio che urlavano incitamenti ai tre che scopavano in mezzo a loro.
Monique, con la sua abilità innata, portò il ragazzino all'orgasmo in pochi minuti, mentre il vecchio continuava imperterrito a pompare dietro di lei.
Con lo sguardo famelico Monique cercò qualcuno che desiderasse prendere il posto del ragazzo e un attimo dopo fu accontentata da un ometto di mezz'età dai capelli rossicci.
Il gruppetto cominciò a prendere l'iniziativa e si strinse di più attorno a Monique, in breve la ragazza fu circondata da una miriade di mani, dita, bocche e cazzi che non si facevano scrupolo di usare il suo corpo a piacimento.
Il vecchio raggiunse un poderoso orgasmo dentro di lei e fu subito rimpiazzato da un omaccione, altrettanto anziano ma decisamente più imponente. Nonappena questo poggiò le sue manone sui suoi fianchi, Monique si sentì attraversata dalla consueta scossa elettrica.
Smise di succhiare, di masturbare e si voltò a guardare il nuovo arrivato.
-Sei un artigiano tu?- Gli chiese, conoscendo benissimo la risposta.
-Si.- Rispose secco l'uomo, che impugnava il suo grosso cazzo e sembrava seccato dell'interruzione.
-Scommetto che hai avuto un sacco di apprendisti.- Continuò lei, sorridendogli leziosa.
-Molti.- Confermò l'uomo.
-E ti divertivi a violentarli, non è vero?- Disse, quasi ridendo.
-N... no!- Tentò di giustificarsi lui, guardando gli altri uomini presenti, rendendosi subito conto che nella foga nessuno prestava attenzione alla loro conversazione.
-Ti piaceva il loro culetto stretto! L'hai mai fatto ad una ragazza?- Gli chiese.
-No.-
-E che aspetti?- Gli disse, tornando poi subito a dedicarsi agli altri maschi che aveva di fronte.
L'artigiano non se lo fece ripetere, rude come tutti gli altri, puntò la cappella all'ano di Monique e spinse con decisione.
L'oste attese paziente il suo turno, assicurandosi che tutti i partecipanti bevessero abbondantemente e che pagassero tutte le bevute.
Quando però la maggior parte degli uomini ebbe preso quello che desiderava del corpo della ragazza, decise che poteva essere il suo turno, cominciò a slacciarsi i calzoni ma una mano sulla spalla lo convinse a desistere e, vergognandosi come un ladro, l'uomo tornò nella taverna.
-In nome di Dio, che succede qui!- Tuonò Padre Charles.
Immediatamente l'orgia si fermò, ognuno di quegli uomini conosceva perfettamente quella possente voce, la sentiva vibrare nella chiesa durante le prediche tutte le domeniche, tutti si allontanarono dalla ragazza.
Monique si sollevò e fronteggiò sicura il prete, non sembrava minimamente provata nonostante fosse stata al centro di una furibonda girandola sessuale per quasi due ore.
-Non capite?- Tuonò il prelato -Questa donna è il male! E' così che comincia, l'ho visto succedere in mezza Francia, non è Colera, il male colpisce sempre un gruppetto di maschi e poi si diffonde alle persone vicine. Questa donna porta il male dentro di se e lo diffonde volontariamente! E' un untrice del demonio!- Gridò, puntandole il dito contro.
La ragazza era una visione oscena, sudata, seno al vento, sperma su tutto il corpo.
-Ma cosa dice, Padre, come può una semplice ragazza essere un morbo che cammina?- Chiese, avvicinandosi al prete.
-Taci, messo del demonio!- Strillò lui, poggiandole con una mossa rapida un piccolo crocefisso di legno alla fronte.
Monique gli sorrise.
-Abito in una chiesa, sapete? E sono l'amante del parroco di St.Daniel e di tutti quelli che mi vogliono, eppure a St.Daniel nessuno s'è ammalato.-
Il prete cominciò ad esitare, il suo sguardo fiero abbandonò per qualche istante quello irriverente di Monique, irresistibilmente attratto da quel seno così sfacciatamente esposto.
-Invece so che a Bonvent si sono ammalati quasi tutti i preti del convento, sapete?-
Ora lei camminava in cerchio attorno a Padre Charles che l'ascoltava immobile.
-Se il morbo, come dite voi, lo diffondo io chiavando, state dicendo che un prete di Bonvent ha giaciuto con me?-
Il prete non riusciva più a distogliere lo sguardo dalle labbra carnose della ragazza.
-E gli altri preti come l'hanno preso?- Monique era alle spalle del prete e gli parlava soffiandogli nell'orecchio, la sua mano si appoggiò al fianco dell'uomo e cominciò a spostarsi verso il fronte della tonaca marrone. -Non mi dirà che voi preti commettete atti impuri tra voi nel caldo e nel buio dei vostri dormitori?-
La piccola mano di Monique raggiunse l'inguine e si strinse attorno al cazzo, duro, di quello che tutti gli uomini presenti consideravano l'uomo più retto di tutta Parigi. L'atteggiamento di Monique però aizzò la folla che prese ad inneggiare ad una sonora scopata tra Monique e Charles.
Monique trascinò il prete per il cordone della veste fino al tavolone dove fino a qualche attimo prima era un oggetto nelle mani di tutti quegli uomini.
Ci si sedette sopra e scoprì le cosce.
L'uomo si sollevò la tonaca oltre i fianchi e fece aderire il bacino a quello di lei, tra gli strepiti della piccola folla attorno a loro, cominciò a scoparla.
Come se fino a quel momento non avesse fatto nulla di sessuale e solo all'arrivo del prete si fosse concessa carnalmente, Monique cominciò ad ansimare di piacere. Strinse tra le cosce i lombi di Charles che, tenendola per i fianchi, pompava a ritmo frenetico.
-Sii! Scopatemi! Bravo, così! Riempitemi, riempitemi di seme! Riempitemi! SIIII- Strillò a Charles che, come in trance, intensificò gli sforzi fino a venire dentro di lei, tremando, per poi fare due passi indietro e crollare seduto sul pavimento, come risvegliandosi da un incubo.
Monique gli sorrise e si alzò, raccolse il vestito verde e lo allacciò.
-Molto bene padre Charles... Molto bravo, il vostro cazzo mi ha proprio fatto godere, è davvero un peccato che non lo usiate da anni, molte donne di Parigi sarebbero liete di beneficiarne, pensateci.- Disse e tra due ali di uomini increduli si diresse verso l'interno della taverna.
Non era ancora scomparsa dalla vista del gruppo, che Francois di La Tourre tossì violentemente.

Nel caso in cui fosse necessario specificarlo, persone, fatti storici ed epidemie varie son frutto della fantasia dell'autore, ogni riferimento a nomi ed eventi realmente accaduti è da considerarsi puramente casuale.
 
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