“Come vorrei avvicinare il mio cazzo al tuo bicchiere, sborrarci dentro e fartela bere come una puttana”.
Questo è Vincenzo, il mio ragazzo, seduto in un bar al centro di Roma, a bere un caffè insieme a me.
Io sono Toni, ho ventuno anni e vivo a Roma.
Sto insieme a Vincenzo da tre anni, ci sto bene, ed a legarci ulteriormente c’è il sesso che è maturato giorno dopo giorno insieme a noi.
La nostra è una relazione come tante altre, ma dal punto di vista sessuale è stata vissuta sempre al limite, anche se poi a volte mi chiedo cosa sia il limite, se è un qualcosa di relativo e cosa significhi per un uomo ma anche per una coppia avere dei limiti.
E’ forse questo esagerato? Trovarsi al centro di Roma, col cazzo duro tra i pantaloni, mentre il tuo fidanzato ti tratta come un oggetto di piacere? No, questo per me non è un limite, avere lo sguardo eccitato del mio ragazzo addosso è sensuale, è lussuria, è sesso.
Tornando a noi a quel tavolino del bar del centro di Roma, sto agitando la tazzina e il caffè rischia di cadere fuori, fisso Vincenzo mentre qualche goccia trabocca dai lati
“Lo so cosa stai pensando, lo so che vorresti macchiarmi di sborra, riempirmi la bocca come hai fatto ieri sera”…
Dovete sapere che ieri, durante la cena, Vincenzo si è alzato all’improvviso ed ha cominciato a strofinarsi il pacco con le dita, e mentre scendeva la lampo dei pantaloni si è avvicinato a me.
Col cazzo oramai in mano giocava ad eccitarmi, si era fermato a pochi centimetri dalle mie labbra, e si segava facendosi crescere l’uccello. E credetemi, non credo gli importasse tanto se in quel momento avevo la bocca piena di cibo, ed a dire la verità avere puntato contro un cazzo grosso come il suo poco importava anche a me, il suo cazzo premeva contro le mie labbra, mentre l’odore della cena si mescolava a quella dei suoi umori. Solo un attimo per ingoiare, prima che il suo cazzo scivolasse dentro la mia bocca e ancora più giù.
Mi aggrappai alle tasche posteriori dei suoi jeans e cominciai a succhiare.
I suoi movimenti erano regolari, lo era la mia bocca che si adattava all’ ampiezza del suo membro. Quando il suo uccello raggiunse la massima eccitazione, feci per masturbarmi, avevo il cazzo che mi stava esplodendo tra i jeans, come potevo non segarmi, con la bocca spalancata e un ragazzo davanti a me che premeva il suo corpo contro in mio viso? Vincenzo mi fermò la mano e lasciandomi il cazzo in bocca mi guardò e col respiro affannato dall’eccitazione mi disse: “questo non è il tuo momento, pensa a succhiare troia. Lo guardai con occhi sgranati, potevo immaginare la scena che lui stava contemplando da lassù: il suo fidanzato con la bocca spalancata mentre prendeva il suo cazzo e implorava di potersi segare.
Lo sapete come funzionano queste cose, no?
Essere sottomesso mi eccitò ancora di più, sottostare al suo volere rendeva tutto ancora più proibito.
Iniziai a muovere più rapidamente la mia bocca, finche non mi ritrovai con tutto il cazzo dentro la bocca e con la cappella diritta in gola. Fu così che sborrò, schizzando direttamente in gola, un lavoro pulito se non fosse stato per una piccola goccia di sborra che uscì subito dopo dalla sua cappella quando sfilò l’uccello dalla bocca …
Ma torniamo a noi, al tavolino fuori dal Bar.
Ci stiamo guardando mentre lecco le goccioline di caffè caduti ai lati della tazzina, lui sorride.
E’ bello Vincenzo, poi quando sorride il sul viso è marcato dalle fossette che lo rendono dannatamente più bello. Sorrido anche io mentre lo desidero dentro, vorrei offrirgli il mio culo, sentire come il suo uccello si fa strada lentamente, come mi fa suo fisicamente e mentalmente.
Si alza e va in bagno, e mi guarda eccitato mentre cerca di nascondere il segno del suo cazzo che cerca disperatamente di uscire fuori.
E dopo…volete sapere cos’è successo? Ok..ve lo dico … ma questa è un’altra storia.
racconto di Toni Dari dal blog:
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[email protected]Edited by Toni_Dari - 17/6/2012, 21:11
