L’anniversario di nozze

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Dan_94
view post Posted on 9/7/2010, 20:31




L’anniversario di nozze



Seduta in macchina accanto a Sandro, mio marito, stavamo percorrendo la Messina-Catania in direzione di Taormina. Andavamo a far visita a degli amici che conoscevamo da anni e che di tanto in tanto vedevamo per brevi momenti da trascorrere insieme.
In questa occasione avevano invitato un po’ di gente tra cui anche noi, perché il giorno dopo avrebbero festeggiato il loro decimo anniversario di matrimonio.

Ci ospitavano tutti in un bellissimo Hotel di Taormina che aveva una meravigliosa vista mare, trovandosi a picco sul Belvedere della cittadina.
Giovanni era amico di Sandro da più di 10 anni, avevano lavorato insieme per la stessa azienda e avevano subito stretto amicizia; alto, scuro non bello, ma particolarmente affascinante. Il suo punto di forza era lo sguardo, intenso, penetrante che ti leggeva dentro.

La prima volta che lo conobbi mi fisso negli occhi sorridendo e strinse la mano che gli porgevo per una frazione di secondo in più di quanto non fosse necessario; il suo messaggio era arrivato: io gli piacevo e anche tanto. Successivamente, quando entrammo un po’ in confidenza non perse occasione per ricordarmelo e devo dire che, dopo, non l’ho mai più dimenticato.
Barbara, sua moglie, di qualche anno più giovane, è una bella donna, occhi scuri, sorriso bellissimo, capelli lunghi scuri e lisci; un corpo con due seni alti e sodi e due natiche con glutei alti e tonici su due gambe snelle e benfatte. Come direbbe Sandro una “gran bella figa”.

Con il pensiero andai al giorno in cui la mia attrazione per Giovanni ebbe il suo picco più alto. Mi ritrovai senza volerlo in una situazione talmente intrigante che ancora adesso, ripensandoci mi mette il fuoco addosso.
Non sono più la donna ingenua e sprovveduta di qualche tempo fa. Adesso so perfettamente quando un uomo mi lancia messaggi cosa intende comunicarmi; prima non riuscivo a fare distinzioni e ogni complimento mi sembrava fine a se stesso.

Ritornando a Giovanni, due mesi fa furono ospiti nella ns. casa al mare per un fine settimana.
Arrivati Sabato mattina andammo in spiaggia e ci rimanemmo fino a tutto il pomeriggio; la sera una pizza e poi a ballare.

Già in spiaggia ci furono le prime avvisaglie di come si sarebbe potuta svolgere la giornata. In acqua Barbara riscoprì il vecchio gioco della dama in groppa al cavaliere e salita a cavallo sul collo di Sandro, sfido me e Giovanni. Suo marito mi aiutò a salirgli sul collo e cominciammo a batterci.
Sono una tosta e difficilmente mi sarei fatta disarcionare, ma assumere una certa posizione sul collo di Giovanni mi avrebbe creato qualche imbarazzo. Tuttavia, dopo la seconda volta che finivo in acqua, Giovanni pensò bene di passarmi le gambe sotto le sue ascelle e dietro la sua schiena, in modo da bloccare il mio corpo al suo.

Non appena mi sistemai, Giovanni dando le spalle agli altri mi disse:
- Hei, adesso sì che ti sento completamente; il mio collo non poteva trovare appoggio più comodo, caldo e morbido.
- Stronzo.
Risposi, dandogli uno scappellotto. Però il seme oramai lo aveva gettato e non potevo fare a meno ad ogni movimento di avvertire il suo collo e la sua nuca che sfregavano sulla mia fica.

Dopo i primi minuti di sfregamento continuo, un languore fortissimo mi prese dallo stomaco fino ad andarsi a depositare al centro del mio sesso. Sentivo che cominciavo a bagnasrmi e se non fosse stato per il fatto che ci trovavamo in acqua, il mio disagio sarebbe stato totale.
Giovanni dal canto suo aveva capito tutto; non mi rendevo conto che spesso gli bloccavo la testa con le mani appogiandole sulla sua fronte, con la scusa di tenermi, e la pressavo sulla mia fica.

Lui mi assecondava in tutto questo e per mantenere il contatto costante tra il suo collo e la mia fica, evitava di affrontare gli altri due, sottraendosi appena possibile, girando al largo e respingendoli con le mani.
Ero arrivata a un punto di non ritorno ed ero eccitatissima, volevo a tutti costi avere un orgasmo e questo fu quello che intuì anche Giovanni. Durante una fuga gli spinsi tanto la testa verso il mio sesso che lui intuì e con un movimento ratatorio prima a destra e poi a sinistra, assecondò quella strana masturbazione fino a farmi godere come una troia. Il gemito di piacere che usci dalla mia bocca insieme ai miei umori copiosi e caldi, fece capire a Giovanni che ero venuta.

Mi accasciai sulla sua testa e lui lentamente si piegò facendomi scendere.
Subito dopo mi guardo dicendomi:
- Tutto bene?
- Si, grazie. Risposi imbarazzatissima.
Gli altri non si erano accorti di nulla, evidentemente.
Per tutto il pomeriggio Giovanni si comportò come al solito, scherzando e parlando di tutto con tutti, e gliene fui grata perché, superata la difficoltà iniziale di incontrare il suo sguardo, dopo, tutto procedette nella normalità

Andammo in una pizzeria sul lungo mare che faceva anche da discoteca e qui i protagonisti diventarono Sandro e Barbara. Vedevo che a mio marito la ragazza piaceva e lei faceva di tutto per fargli capire quanto lo apprezzava. A poco a poco i loro copmportamenti si fecereo sempre più camerateschi fino a diventare complici. Cominciarono a ballare insieme e in più di una circostanza notai che lei cercava costantemente il contatto del suo corpo con quello di mio marito. Sandro peraltro, non disdegnava la cosa e rispondeva stringendola a sé, girandole alle spalle e bloccandola facendo sentire il suo bacino sulle sode natiche. In diverse occasioni, cercando di mascherarlo, lei sfregò volutamente il culo sul sesso di mio marito che, ormai si vedeva chiaramente, era in perfetto tiro: lei di questo era consapevole.

Invece di scatenarmi morsi di gelosia, la cosa mi intrigò e, un paio di volte, incrocia lo sguardo di Giovanni per sapere se aveva notato le stesse cose e, soprattutto, se di questa cosa ne era infastidito.
Quello che lessi sul volto di Giovanni fu una grande consapevolezza e la condivisione di quello che stava accadendo davanti ai nostri occhi.

Mi sentii per un verso rassicurata e per l’altro enormemente turbata, perché non sapevo che cos’altro ancora potesse accadere.
Giovanni mi distolse dai miei pensieri e, approfittando di una canzone dalla melodia tranquilla e surreale, mi prese per mano, invitandomi a ballare.

Mi strinse a sé e provai il grande desiderio di sentirmelo addosso. Mi passò una mano sulla schiena e un più in basso proprio all’attaccatura dei Glutei. Affondò il viso sul mio collo e cominciò ad alitarmi salendo fino all’orecchio. Fui pervasa da profondi brividi e desiderai che quella musica non finisse più. Un languore partì dal mio stomaco e scese fino al ventre. Mi sentì bagnare la fighetta. Istintivamente strinsi Giovanni ancora di più e lui penso bene di interpretare il mio comportamento come un invito. Spostò le mani sulla parte superiore delle mie natiche e fece aderire il suo bacino al mio, completamente. Osservai mio marito che danzava con barbara e vidi che anche loro si comportavano lascivamente ridendo ad ogni stupida battuta. Avvertì il cazzo di Giovanni duro e teso che batteva contro il mio pube, sollevai appena il busto e lui assunse una posizione leggermente più accovacciata al punto che il suo cazzo spaccava in due il mio sesso. Mi stava sditalinando sopra la stoffa e seguivo con il bacino il movimento delle sue mani che guidavano le mie natiche. Solo un paio di minuti più tardi raggiunsi un orgasmo devastante, rantolai il mio piacere e senti colare i miei umori lungo tutte le gambe.
Giovanni si rese conto che avevo goduto, mi guardò negli occhi e sorrise comprensivo.

Dopo poco ci raggiunsero Sandro e Barbara e decidemmo tutti di andarcene a casa.
La stanza degli ospiti in cui avrebbero dormito i nostri amici era quasi di fronte alla nostra camera da letto.
Dopo l’ultimo scambio di battute piccanti tra Barbara e Sandro che promettevano di fare sfracelli una volta raggiunto il letto, ci demmo la buona notte e ci ritirammo nelle stanze.

Ero ancora su di giri e, quindi, speravo che Sandro mantenesse fede alla sua promesso di fare sfracelli, ma quando tornai dal bagno lo trovai già addormentato. Delusa cercai di rassegnarmi e prendere sonno.
Ma avevo fatto male i miei calcoli, dopo 10 minuti, cominciai a sentire risatine e urletti provenire dalla stanza di Giovanni e Barbara e dopo qualche minuto veri e propri gemiti.
Cercai di non farci caso, ma i nostri amici erano decisi a farci sentire tutto. Sandro continuava a dormire e dopo pochi secondi senti distintamente la voce di Barbara:
- Ahaaaaaaaaa… sììììììììììì… ancora ti prego, cosìììììììì…
- Piccola troia così ti fai sentire.
- Meglio così si arrapano e scopano pure loro… uhmmmmmmm, bravo amore, più giù…

Ormai non dormivo più ed ero concentrata sulle loro effusioni. Mi alzai senza farmi sentire e mi avvicinai alla loro camera; la porta era chiusa per metà, dalla finestra aperta filtrava la luce della luna e vidi Barbara supina, le mani attaccate alla spalliera in ferro battuto, le cosce spalancate e Giovanni che le lappava la fica, succhiandola e penetrandola con la lingua. Vedevo tutto nitidamente e, pur sapendo che non dovevo rimanere lì, rimasi e cominciai a bagnarmi.
- Più giù amore, ti prego, il buchino, cosììììììììì… ahaaaaaaaa… ancora, ti prego.

Il tono della voce di barbara si faceva sempre più alto e a niente serviva che Giovanni le dicesse di abbassare la voce.
- Non ce la faccio… devo urlare quando scopiamo… lo sai amore… ma tu continua fammela sentire questa lingua ahaaaaaaaaaa…
- Sei proprio una porca, prima durante la serata hai fatto arrapare quel povero Sandro e adesso lo vorresti svegliare facendogli sentire come stai godendo …
- Si, è stato arrapantissimo… ho sentito il suo cazzo durissimo sulla fica e poi sulla natiche; gliel’ho intrappolato e sfregato tanto che l’ho sentito venire.Ho goduto solo nel sentirlo sborrare; è stato magnifico, lo avrei voluto spompinare all’istante e succhiargli tutto quel miele. Ahaaaaaaaaa… amore, quando me lo sbatti in fica il tuo meraviglioso cazzo?
- subito, Vieni.

Si alzò si mise alzò sulle ginocchia tirò Barbara per le gambe e se la mise a cavallo. Lei afferrò la grossa cappella e la indirizzo all’ingresso della sua fica. Giovanni la penetrò all’istante fino in fondo.
- Sììììììììììì… prendimi, scopami la fica fino a farmi impazzire di piacere.
- Troia ti possono sentire…
- E allora la tua santerellina non è così santerellina poi; l’ho vista quando l’hai afferrata per le natiche e gli hai piantato il cazzo in pancia. Ha sborrato e anche a terra c’era ancora traccia dei suoi succhi… è proprio una grandissima troia. E adesso scopami. Porco!
- Tieni grandissima troia…sei veramente una gran puttana, non c’è che dire
- lo sai che adoro sentirmi così troia in questi momenti, potresti chiedermi di tutto, anche andare lì dentro e spompinare il tuo amico sotto gli occhi di sua moglie fino a farlo sborrare… ahaaaaaaaa…chiavami… di piùùùùùùù… sìììììììììììììììì.

Li osservavo scopare e mi trovavo di fianco a loro a non più di un paio di metri seminascosta e a un tratto Giovanni si girò dalla mia parte ed ebbi la sensazione che mi avesse visto. Mi nascosi per qualche istabnte e quando mi riaffacciai per guardare lui era ancora girato dalla mia parte e sorrideva. Non osai muovermi e lui continuò a scopare la moglie. Dopo un po’ anche lei si girò dalla mia parte, forse avvertita da lui, ma non sembrò preoccuparsene anzi, incitò il marito:
- Allora porco ti piacerebbe chiavarti Anna?
- Lo sai che me la chiaverei all’istante…
- E cosa ti piacerebbe farle?
- Tanto lo sai troia, perché me lo chiedi?
- Perché so che le prenderesti volentieri quel suo culetto tondo; pensi che il marito glielo abbia mai scopato?
- Credo di no, lui mi ha detto che alcune cose non le hanno ancora fatte.
- Come te la scoperesti allora?
- La metterei sul tavolo a pecora e le prenderei il culo sbattendola con foga, perché credo che le piacerebbe farlo così…
- Allora fallo a me il culo, lo sai che non te l’ho mai negato…
- Certo puttanona, girati.

Io ero un lago, avevo cominciato a toccarmi la fica e dopo un paio di minuti avevo già introdotto tre dita, ma non mi bastavano. Ero a poche decine di centimetri dal mobile del bagno e in un cassetto trovai un flacone di shampoo di forma allungata e sufficiantemente grosso; lo sfregai sulla passerina e lo introdussi per una buona metà.
Rantolai per il piacere e credo pure che mi abbiano udito. Intanto Giovanni si era posizionato dietro Barbara che a quattro zampe e con le cosce larghe si appoggiava con le mani sulla spalliera in ferro battuto.

Messi di fianco rispetto a me, vidi Giovanni puntare la grossa cappella nel buco di Barbara e in un sol colpo la penetrò.
Nonostante la mano davanti alla bocca l’urlo di dolore si sentì benissimo; il marito la pompava e dopo i primi 15 secondi di sofferenza , liberò la bocca e prese a lamentarsi e a incitarlo:
- Porco scopami questo culo come si deve… fai finta che stai scopando il culo della nostra amichetta…bastardo…fammi vedere comne te la chiaveresti…pompami questo cazzone nel cuulooooo…daiiiiiiiiii…sììììììììììììì…
- Grandissima troia…te lo sfondo il tuo culetto… tieniiiiiiiii…prendilo, tieniiiiiiiiiii…ahaaaaaaa…
- Si amore…sfondamelo…ma fammi godere, ti prego… adesoooooo… sììììììììì… vengooooooooo… oraaaaaaaa….ahaaaaaaaa. godoooooooooooo…
- Si amore, sìììììì anch’io… ti vengo nel culetto….te lo riempio tuttoooooooooo… siìììììììììììì…godooooooooooooo…

Non riuscì più a controllarmi con una mano mi sditalinavo come una forsennata la clitoride e con il flacone mi penetravo la fica fino a scoppiare; l’orgasmo arrivò violento, intenso, appagante. Mentre godevo insieme a loro osservai Giovanni che guardava verso di me e sorrideva. Mi ritrassi lentamente, posai il flacone nel cassetto e andai a coricarmi vicino a Sandro.
L’esperienza che avevo appena vissuto mi aveva sconvolto e tuttavia, sentivo che ancora il mio desiderio non si era placato…volevo a tutti i costi un cazzo vero! Guardai mio marito, nudo accanto a me e decisi di stuzzicarlo. Gli presi il cazzo in mano e cominciai ad accarezzarlo, passando delitatamente l’altra mano sui testicoli. Lui reagì, senza svegliarsi e in pochi secondi mi ritrovai la mazza dura, tesa e grande tra le mani.

La scappellai e cominciai a leccarlo sulla punta e lungo tutta l’asta; lo insalivai e accompagnavo il mio pompino con una meravigliosa sega a due mani. Dopo un momento di stupore, Sandro si rese conto che non stava sognando:
- Hei amore se quello che hai bevuto ti fa questo effetto ne comprerò a litri; questo che mi stai facendo è un magnifico pompino.
- E allora? Non l’hai sempre desiderato? Non hai sempre voluta una moglie porca?
- Certo e se fa piacere a te io ne sono felice.
- Ma io voglio essere una vera troia e voglio fare molto di più.

Ricominciai a leccare, succhiare e masturbare quel meraviglioso pezzo di carne dura.
Mentre ero intenta sentì un rumore provenire da fuori la stanza e nella penombra mi parve di scorgere una sagoma. Era Giovanni che veniva a godersi lo spettacolo.
Galvanizzata dalla sua presenza mi misi in posizione da 69 e ripresi a succhiare e sbocchinare Sandro con più foga; intanto lui mi penetrò la fica con la lingua, strappandomi un mugolio prolungato di piacere.

Mi leccò il buchino e quando fu sicuro che era ben lubrificato, mi penetrò con l’indice, fino in fondo.
La sensazione che ne ricavai fu devastante, mi sentivo un formicolio che dallo sfintere mi saliva lungo la schiena, si concentrava allo stomaco e riscendeva fino a concentrarsi all’interno della vagina. Più Sandro si muoveva, più io ne volevo e dopo qualche minuto il dito non mi bastava più.
Mi alzai e dissi a Sandro:
- Voglio che mi scopi il culo.
- Sei sicura amore?
- Non volevi la moglie troia? Allora trattami da quella grandissima troia quale mi sento in questo momento. chiavami nel culo!
- Bene ti accontento.
Sandro prese il suo cazzo tra le mani e avvicinandolo al mio buco cominciò ad entrarlo delicatamente.

Io volevo la violenza ed ero decisa a provocarlo.
- Allora sei un frocio? Me lo fai sentire questo cazzo, si o no?
- Sei veramente una grandissima troia e anche una grandissima puttana, tieni prenditelo tutto dentro il tuo meraviglioso culo… ahaaaaaaaaa…
- Uhmmmmmmmm…mi spacchi…
- Cosa credevi puttana, che scherzassi?

E cominciò a menar colpi furibondi; dopo il primo minuto il cazzo di sandro entrava ed usciva dal mio buchino; il piacere che cominciai a sentire era indescrivibile, diverso da quello che avevo sempre provato, era nuovo, intenso. Assecondavo i movimenti di Sandro e mi accertai che Giovanni fosse ancora lì. C’era e aveva il cazzo in tiro e si stava masturbando guradandomi mentre Sandro mi inculava. Lo guardai e con lo sguardo di sfida rivolto più a lui che a mio marito dissi:
- Dì la verità porco, lo desideravi questo buco…
- Non puoi sapere da quanto tempo…
- Le cose proibite sono quelle più desiderate e stasera ho deciso di accontentarti… scopami e fammi godere…
- non hai paura che ti sentano…
- No, anzi, voglio che mi sentano e se proprio lo desiderano possono anche guardare…

Giovanni trovò della crema dopo-sole su un tavolino all’ingresso della nostra stanza, se ne versò un po’ sulle mani e prese a segarsi il grosso cazzo. Lo desideravo da morie e lo avrei voluto al posto del cazzo di Sandro. Ancora una volta rivolgendomi a Sandro e pensando a Giovanni dissi:
- Lo sai quanto desidero questo cazzo vero?

Sandro rispose ma io osservai Giovanni annuire.
- Allora chiavami perché sto per godere e godo pensando al to grosso cazzo nella mia fica…ti prego amore voglio venire adesoooooooo… ancora, vengoooooo… ahaaaaaaaaa… sìììììììììììì… godooooooooooo…
In quel preciso istante vidi Giovanni godere e il suo sperma schizzò talmente lontano che una goccia finì all’angolo della mia bocca. Con un dito la raccolsi e me la portai alla bocca assaporandone l’acre sapore. Mi accasciai sul letto e guradando nella sua direzione sorrisi. Giovanni lentamente si allontanò raggiungendo la sua camera.

Mi addormentai subito e quando al mattino ci svegliammo fu come se nulla fosse successo.
Trascorremmo ancora una giornata al mare e nel pomeriggio Giovanni e Barbara ci lasciarono per raggiungere Taormina.
La sera provocai Sandro e chiesi se il comportamento di Barbara durante tutta la giornata le era sembrato normale; ma soprattutto, se fosse altrettanto normale che Giovanni non avesse notato che aveva fatto la civetta con lui per tutto il giorno.

Sandro mi disse che il loro era un rapporto particolare, speciale e che era normale per loro comportarsi cosi con alcune persone.
- Vedi lui qualche volta mi ha accennato a certe esperienze che hanno vissuto con Barbara e altre persone, ma io ho sempre lasciato cadere un po’ il discorso;
- D’altra parte – aggiunse – anche Giovanni ci ha provato con te e non mi dire che non te ne sei accorta?
Divenni paonazza e cercai di dare una risposta sensata.
- Certo che l’ho capito, ma io non ho cercato di provocarlo. Perché ti ha dato fastidio?
- All’inizio un po’ sì, ma poi mi è sembrato che tu gradissi le sue attenzioni e allora mi è piaciuto condividere questo tuo stato d’animo.
Ritenni che l’ergomento si potesse ritenere esaurito e abbandonai quella discussione.
Nel ricodare quei momenti rimasi ancora stupita per l’effetto che ancora mi faceva quell’esperienza.

Mi senti turbata perché la mia figa si era nuovamente bagnata al pensiero di quei ricordi; In fondo, pensai, due mesi era come se non fossero passati.
Mentre rimuginavo Sandro aveva chiamato Giovanni e quando arrivammo in hotel era all’ingresso ad aspettarci. Scesi dall’auto e lui mi raggiunse per prima, stringendomi le mani e baciandomi sulla guancia mi disse:
- Speravo tanto che tu venissi.
Poi fece il giro dell’auto e salutò Sandro come si saluta un vecchio amico.
 
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