Trittico familiare

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Dan_94
view post Posted on 9/7/2010, 20:53




Trittico familiare




Quella domenica pomeriggio Enrico, un bancario 28enne, era solo in casa; subito dopo il pranzo, sua madre Marisa era uscita per andare a far visita a dei parenti. Lui, stravaccato in poltrona, aspettava che iniziassero le partite alla tv. Mancavano poco più di dieci minuti all’inizio delle partite quando suonarono alla porta; andò ad aprire così come si trovava, cioè in boxer e t-shirt, e si trovò di fronte sua sorella Marianna che passava di lì e voleva salutare la madre.
Marianna di anni ne aveva 36 ed era già al suo secondo matrimonio. Enrico si era fatta l’opinione che la sorella fosse una troia ( il primo matrimonio era naufragato proprio per le corna che lei aveva spregiudicatamente messo al marito), e per la verità lei non faceva niente per mascherare la sua natura, a cominciare dall’abbigliamento sempre succinto e provocatorio.
Anche quel giorno Marianna si era agghindata da grande troiona: gonna cortissima e strettissima con due spacchi laterali, camicetta semitrasparente lasciata generosamente aperta sulle prosperose tette, stivali con tacchi a spillo, occhi languidi e labbra procaci evidenziati da un trucco marcatissimo.
Enrico le disse subito che la madre non c’era, che era uscita da poco e sarebbe tornata solo in serata. Glielo disse sbrigativamente sperando di togliersela subito di torno e godersi in santa pace le partite in tv. Ma lei entrò senz’altro in casa, si accomodò in salotto, accavallando le gambe e tirando su la gonna sino al limitare dello slip, e gli chiese di prepararle un caffè. Enrico mise due cialde alla macchina, preparò i due caffè, poi andò a sedersi sul divano davanti al televisore. Marianna gli si spostò subito accanto ed esordì con tono canzonatorio:
- Ma non hai niente di meglio da fare che startene qui a vedere le partite?
- E’ un passatempo come un altro – rispose tagliando corto Enrico.
Allora lei, accentuando il suo tono provocatorio e allargando le gambe in modo da scoprire completamente il triangolo pubico appena celato dallo slip trasparente, ribattè:
- Mah, lo trovo un passatempo abbastanza stupido, soprattutto per un ragazzo che il tempo lo dovrebbe impiegare a caccia di pollastrelle….
Il fratello non rispose alla provocazione e continuò a fissare il video mentre il telecronista snocciolava le formazioni. Ma Marianna insistette:
- Che c’è?.... non mi rispondi?..... Vorresti dirmi che non sarebbe meglio passare il pomeriggio con una bella ragazza, piuttosto che poltrire dinanzi alla tele?
- Ma che ne sai tu se ci vado dopo a spassarmela, o se ci sono già stato?– rispose lui con un tono evidentemente infastidito.
Ma lei continuò ad incalzarlo con voce irridente:
- Che tu ci sia già stato non credo proprio, altrimenti non avresti il coso così in erezione. Piuttosto mi chiedo come mai sei in tiro: stavi guardando per caso un film porno?
- Ma non dire sciocchezze! – rispose Enrico un po’ seccato.
- Allora non mi dirai che ti sei eccitato ora con me?
Colto di sorpresa da tanta impudenza, Enrico non rispose a quella domanda piuttosto impertinente. Allora Marianna subito esclamò:
- Ci ho preso!.... Ti ho fatto eccitare io!
Enrico continuò a stare in silenzio ed arrossì, confermando in qualche modo l’asserzione della sorella, la quale affondò il bisturi:
- Non essere imbarazzato, fratello …. a me fa piacere…. e poi l’ho sempre saputo che ti piaccio …… dimmi, ti piaccio ancora, vero?
- Ma cos’hai oggi? – rispose lui quasi balbettando – stai cercando di provocarmi? … Ho sempre saputo che sei spregiudicata, ma ti ricordo che sono tuo fratello!
A quel punto Marianna gli passò disinvoltamente una mano sulla patta e gli rispose:
- Sarò anche tua sorella, ma pare che a lui interessa poco. E poi cosa vuol dire che siamo fratello e sorella? Mica dobbiamo sposarci e fare figli….. lui ha solo voglia di scoparmi!
La mano di Marianna ormai gli stava massaggiando il cazzo durissimo e lui, trattenendo il respiro, non trovò la forza di fare alcunchè. Senza battere ciglio lei gli slacciò i pantaloni e tirò fuori quel membro eretto come un palo di cemento, lo scappellò e cominciò a segarlo lentamente dicendo:
- Allora fratellino, cosa mi vuoi fare? Dai, toccami anche tu…. Dai, non ti piacciono queste gambe? …..
Così dicendo Marianna spalancò oscenamente le gambe ed Enrico, frastornato ed eccitato, non potè resistere all’istinto di far scivolare la sua mano all’interno delle cosce e di avvicinarla alla zona inguinale. Lei subito lo baciò in bocca facendo saettare la lingua, poi gli sussurrò con voce da porca:
- Lascia fare a me…. ci penso io!!!…...
Abbassò la testa verso il suo cazzo pulsante e leccò la punta del grande e tutto intorno alla cappella, poi gli fece sentire le labbra che avvolgevano voluttuosamente il glande e infine accolse tutta la mazza turgida nella sua bocca, succhiando e andando avanti e indietro con la testa. Ne venne fuori un sontuoso pompino che si concluse con una sborrata torrenziale nella sua bocca. Enrico le afferrò con forza la testa e, spingendo in avanti il bacino, le schizzò ripetutamente in bocca e lei ingoiò fino all’ultima goccia dello sperma fraterno. Dopo averlo ciucciato e leccato ancora un po’, Marianna risollevò la testa e chiese:
- Adesso fratellino, non puoi certo lasciarmi così. Sono eccitatissima, fai godere anche me…
Come a voler ricambiare il piacere orale, Enrico si inginocchiò tra le sue gambe e, dopo aver fatto volare via il minuscolo slip, cominciò a leccarla per bene. Adesso era la sorella a tenergli le mani sulla testa e schiacciarsi sul suo viso. Marianna godeva come una troia e il cazzo del fratello tornò rapidamente a inalberarsi. Allora si rialzò e, tenendosi sulle ginocchia, lo puntò alla fica di sua sorella, la quale venne avanti con il bacino per facilitare la penetrazione. Il cazzo scivolò in quella fica già ben lubrificata di saliva e soprattutto di umori, e cominciò a scorrere ritmicamente.
I due erano ormai completamente nudi. Le immagini della gara in tv scorrevano, ma Enrico giocava un’altra partita, palpava e stringeva le belle e sode tette di sua sorella, mentre lei teneva le sue sui fianchi del fratello per assecondare i ritmi della scopata. Si baciavano in bocca incrociando nervosamente le lingue, mentre Enrico, avendo già sborrato, poteva cavalcare lungamente la sorella portandola a ripetuti orgasmi.
Quando Marianna si accorse che il fratello era ormai prossimo alla seconda sborrata, lo esortò a non tirarlo fuori e venirle dentro, così Enrico potè godere nel ventre di sua sorella inondandolo di abbondante sborra. Lei si complimentò:
- Sei davvero fantastico, un toro! L’avessi saputo prima...
- Sei tu ad essere splendida – rispose il fratello – e ammetto che ho sempre desiderato fare sesso con te. Lo sapevo che, oltre ad essere bona, sei una fantastica troia da letto….
Marianna apprezzò il complimento e baciò di nuovo in bocca il fratello. I due restarono lì a titillarsi e toccarsi le parti intime, continuando a baciarsi in bocca. Marianna gli toccava il cazzo che iniziava a riprendere consistenza, lui le toccava la figa e baciava le tette. Erano interamente assorbiti dai loro interminabili giochi sessuali quando si trovarono di fronte la madre, che era rientrata in casa ben prima del previsto.
Enrico cercò di coprirsi come poteva, mentre sua sorella fissò la madre con sguardo quasi di sfida, mentre la signora Marisa guardò i figli con espressione sconcertata e disgustata e andò a chiudersi nella sua stanza senza dire una parola. Marianna si rivestì e, andando via, disse al fratello con tono sarcastico:
- Adesso sono cazzi tuoi con quella bigotta di nostra madre!...
Uscita la sorella, Enrico si rivestì e uscì a sua volta senza avere il coraggio di affrontare la madre; non tornò neanche per cena e, quando rincasò a tarda ora, andò direttamente nella sua stanza e la mattina successiva uscì senza incrociarla.
Ma non poteva sfuggirle in eterno. Così, dopo il lavoro, tornò a casa alle 14.30 e, con un certo stupore, vide che la madre lo aspettava come di consueto per il pranzo. Pranzarono in un silenzio che denunciava l’imbarazzo e il disagio di entrambi. Marisa rassettò sempre senza dire una parola e andò a chiudersi nella sua stanza. Quella situazione non poteva andare avanti. Così Enrico prese il coraggio a due mani e andò a bussare picchiettando alla porta di sua madre per cercare qualche improbabile giustificazione.
Marisa era sul letto e, dato che iniziava a fare caldo, si era messa comoda: aveva tolto gli abiti e stava con una sottoveste di quelle a bretelline di tessuto lucido e semitrasparenti.
- Mamma – esordì il ragazzo – vorrei spiegarti…
- C’è poco da spiegare – lo interruppe lei – quel che ho visto è più che sufficiente!
- Sì – cercò di argomentare Enrico – ma vorrei dirti come…
- Non c’è bisogno – lo interruppe ancora lei – so già come sono andate le cose. Marianna è una puttana, ti ha provocato e tu, che sei sempre un uomo, hai ceduto. Tua sorella è una troia, ma non credevo che arrivasse a circuire perfino suo fratello!
Enrico si sentì rincuorato, la madre mostrava di avercela con la sorella, non con lui. Allora chiese:
- Allora non sei arrabbiata con me?
- Un po’ sì, anche con te…– rispose la madre che aggiunse – quello che avete fatto è grave. E’ incesto!
- Vabbè – rispose lui timidamente – ma in fondo non è una cosa poi così grave….
- Come non è grave! sei impazzito? – ribadì la madre – fare sesso tra consanguinei è gravissimo! L’incesto è peccato ed è anche vietato dalla legge!
- Ma sono leggi arcaiche – disse con decisione lui, e la madre chiese esterrefatta:
- Vorresti dire che non ci trovi niente di male nell’incesto?
Quei discorsi cominciavano a causare un certo effetto su Enrico. La madre aveva quasi 60 anni, ma quel discorso sull’incesto ed il suo corpo prosperoso sempre più scoperto lo stavano eccitando fortemente. Perciò si spinse a dire alla madre:
- Se lo vuoi sapere non ci trovo niente di male…. E se devo essere sincero fino in fondo, ti dico che, se a te non dispiacesse, sarei ben felice di farlo anche con te!
La madre lo guardò sgranando stupita gli occhi e gli chiese:
- Enrico, ma ti sei ammattito?.....
- No, mamma, non sono impazzito, scusami la franchezza, ma come donna ti desidero, e ti giuro che mi costa tanto dovermi reprimere...
La madre respirò profondo, la cosa aveva preso una piega imprevista, ma le parole del figlio le procuravano un senso di autocompiacimento. Improvvisamente si addolcì, lo attirò a sè e lo abbracciò:
- Ti ho detto che ti ho perdonato…. non c’è bisogno che ora mi lusinghi… Figurati se un bel giovane come te può essere interessato ad una tardona come me!....
A quel punto il figlio le accarezzò un seno dicendo:
- Tardona? Con queste tette meravigliose? … ah, vorrei sprofondarci!
E così dicendo mise il viso tra quelle grosse tette e le baciò. La madre lo lasciò fare e poi disse con tono di sfida, che forse serviva solo a autogiustificare il suo cedimento:
- Ti piacciono? … si vede che sei rimasto un bambinone, che hai nostalgie delle poppate…
Il figlio a questo punto allungò le mani dietro il culo della mamma e palpò a lungo quelle belle chiappone:
- No, mamma, non penso solo alle tue mammelle, ma a tutto il resto … scusami, ma il tuo corpo me lo fa arrizzare.
E, così dicendo, prese una mano della madre e la guidò sulla sua patta che già rischiava di esplodere. Marisa, dopo un lungo sospiro, come per giustificare un sacrificio materno, e stringendo con una certa energia quel cazzo duro e teso:
- Uuuhhmmm …. vedo, vedo ….. ho capito ….. cosa vuoi? Che rubi il giocattolo a quella stronza di tua sorella?
Era il segnale che Enrico aspettava. Le sfilò la sottoveste mentre la madre ormai lo segava, le tolse reggiseno e mutandine e si mise su di lei in posizione di 69. Leccava la fica carnosa di sua madre mentre lei gli regalava un appassionato pompino. Ad onta di ogni apparenza, la signora Marisa si dimostrava una bella porcona, abilissima nel centellinare ed allungare il piacere:
- Vedo che non ce la fai a resistere, ma, ti prego, aspetta a venire, figlio mio, lo voglio dentro.
Quelle parole erano musica per le orecchie di Enrico. Si mise su di lei, tra le sue gambe aperte, e la penetrò. Una sensazione bellissima, come la scoperta e la profanazione di un tempio. Era tutto dentro sua madre, pensò che era venuto il momento per consolidare la svolta incestuosa:
- Allora, ti piace il cazzo di tuo figlio? …. o ritieni ancora sbagliato l’incesto?
- Hai ragione, Enrico, mi piace, mi piace… - balbettò lei in preda al piacere.
Il figlio faceva scorrere il cazzo dentro sua madre baciandola in bocca e toccandole le tette, fin quando non sentì montare un travolgente orgasmo e le sborrò copiosamente nella figona pelosa.
Madre e figlio continuarono a scopare tutto il pomeriggio e la madre si dimostrò sempre più affamata e spregiudicata, tanto che Enrico le sborrò in bocca e, alla fine della giornata, chiese alla madre l’ultimo regalo: il culo.
Ormai Marisa era irriconoscibile, si era liberata di ogni riserva e aveva scatenato i suoi istinti repressi da 10 anni, quando era rimasta vedova. Ora sembrava puttana come e più della figlia Marianna. Non fece una grinza e, senza preoccuparsi del fatto che il buco del culo era stretto e che avrebbe sentito dolore, si mise alla pecorina e accolse tutta la mazza dura del figlio che, lacerandole le carni, la sodomizzò brutalmente fino alla sborrata finale. Appena qualche gemito e poi, alla fine, un urlo liberatorio.
Da quel giorno il letto della madre divenne il loro talamo, la loro alcova di piacere. L’effetto fu visibile soprattutto su Marisa che sembrò ringiovanire di 10 anni e che cominciò a curare con più attenzione abbigliamento e trucco. Godevano come dannati, senza negarsi nessuna perversione. Enrico le propose un giorno che, visto che in famiglia l’incesto non era più un tabù, avrebbero potuto sperimentare anche un’ammucchiata a tre con la sorella. Ma la reazione di Marisa fu recisa:
- No, no, non se ne parla neppure! …. Con quella troia non mi metto!
Enrico obiettò:
- E che? Ti fai dei pregiudizi morali?
- No, no, ma non posso mettermi a confronto con una figa giovane …
- Ma che dici, mamma? sei gelosa di Marianna? Ma non c’è paragone, tu mi piaci di più …. A me piace la figa matura, mi piace il tuo seno generoso, le tue chiappone burrose… E’ solo uno sfizio che ci possiamo concedere per aumentare il nostro piacere.
- Ho capito, sei proprio un porco, figlio mio!... Non so, vedremo … ma per il momento ti voglio solo per me.
 
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