Gioia cerca casa

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Giõia
view post Posted on 3/1/2013, 12:04




Ancora stordita dalle mie ultime esperienza, decido di rallentare con gli incontri sessuali.
Anche una mia nuova lettrice, Chiara, mi ha consigliato di farlo.
Mi prendo dei giorni dal lavoro. Resto in casa. Passo dal televisore alle parole crociate; pulisco; mi sdraio sul letto. La sera mi regalo una masturbata col mio vibratore, ma senza alcun godimento mentale. Pura fisicità. Mi manca un padrone. Non è facile. Ho ricevuto proposte, anche da questo sito; proposte, devo dire, ben, ben, ben sostanziate (raramente ho visto un membro appetibile come quello che mi è stato recentemente inviato in foto, ad esempio). Tuttavia preferisco la conoscenza epidermica e, dunque, mi sono ritirata. Forse prenderò coraggio. In attesa, però ...

Decido di uscire. Non posso continuare così. Vado a trovare Camilla, un'amica di vecchia data che si è recentemente lasciata col fidanzato. Vive in un villino fuori città e mi invita a restare a dormire da lei per il weekend.
Quando ci vediamo è festa per entrambe. Grande gioia e grandi chiacchiere. Finalmente tocchiamo il tasto dolente della sua rottura. Mi dice che il ragazzo era diventato sorprendentemente violento, che voleva sesso molto forte e che, in ultimo, le aveva imposto di scopare con un'altra donna con la quale aveva una relazione fissa da qualche mese. Fingo di scandalizzarmi con lei, in realtà mi eccito e, tra me e me, penso a che fortuna Camilla abbia buttato via. Quindi mi racconta di aver provato, per amor suo, a fare l'amore con lui e l'altra, ma che la cosa non l'aveva soddisfatta. Le chiedo come mai. Mi dice che la gelosia che provava la stava distruggendo e che, comunque, baciare una donna, o, ancor più, la sua fica, non le aveva dato il minimo gusto. Quindi mi rivolge uno sguardo stupito ed incuriosito e mi chiede:

"Tu hai mai provato?"

"Con una donna?" prendo tempo per decidere se aprirmi a lei veramente o meno.

"Sì"

"Devo dire che l'ho fatto più volte"

"Che porca che sei diventata! E ... come è stato?"

"Bellissimo!"

"Sei lesbica?"

"No, no! Sono solo una a cui piacciono sia le donne che gli uomini ... " rifletto se andare avanti con la confessione. Decido che è ora che la mia amica sappia tutto di me " ... in certe condizioni"

"Quali condizioni?"

"Mi piace ... come dire? ... essere dominata. Spesso mi scelgo uomini che mi dominano imponendomi l'amore con un'altra donna; altre volte mi danno ad altri uomini. Mi piace un po' di sofferenza fisica e di ... insomma di sesso estremo"

Gli occhi di Camilla sono sgranati ed il suo bel viso si è fatto completamente rosso.

"Dici che ti piace fare l'oggetto sessuale di uno stronzo come il mio Francesco?"

"Mi piace un uomo che mi faccia sentire completamente sua"

"Come è successo?"

"Non lo so, a dire il vero. Tempo fa incontrai un certo Thomas, un uomo anziano e molto carismatico che mi ha iniziata a questa pratica. Dopo non ho più potuto farne a meno. In realtà è come una droga. Ti cattura completamente. Il difficile è lasciarsi andare, all'inizio. Poi, però, una volta che il velo di pudore è caduto, senti che essere dominata è davvero una dimensione eccellente"

"Mi fai rabbia! Se fossi stata come te, avrei potuto tenermi il mio ragazzo"

"Puoi sempre provarci ..."

"E come? Non credo che riuscirei a ..."

Mi alzo dalla sedia e mi siedo sul divano accanto a lei. Senza dire una parola le metto la mano sulla fica, massaggiando vigorosamente e la bacio in bocca. Inizialmente la sua bocca si apre, ma senza fare null'altro; poi, lentamente, la lingua comincia a restituirmi il bacio. La mia mano, allora, si insinua sotto la gonna, raggiunge il perizoma, lo scansa e spinge sulla fica, come a voler entrare. Si sta bagnando! Camilla sta cominciando ad apprezzare l'amore saffico; sento che potrei insegnarle molto di più. Ci abbracciamo e, sempre baciandoci come due innamorate, ci spogliamo fino a rimanere completamente nude. Ci lecchiamo seni e fica vicendevolmente e veniamo in abbondanza.

Alla fine è tutta scarmigliata, accaldata e soddisfatta e mi dice che non avrebbe mai pensato che fare sesso con una donna fosse così piacevole. Le dico di non rivestirsi ed andiamo a preparare un tè. Le faccio notare che dal palazzo di fronte avrebbero potuto vederci. Istintivamente si copre con le mani, ma la forzo a toglierle ed a cogliere il gusto di essere messa alla berlina di sconosciuti. Mi segue nel mio gioco perverso. Lascio, quindi, cadere un biscotto e le dico di raccoglierlo. Lo fa, docile. Le mollo due ceffoni sul culo da farlo subito rosso. Si lamenta. Per punizione del suo lamento le faccio mangiare il biscotto che è caduto in terra. Così fa. Le metto una mano sulla fica: è nuovamente bagnata. Per dimostrarle quanto le stia piacendo la costringo a toccarsi.

"Non pensavo ..." risponde confusa. "Io ... che ... mi piace ..."

"Ti piace essere presa, scopata, dominata, sculacciata ... E non immagini neppure quante altre cose ti piaceranno. Immagino che dovresti richiamare il tuo ex e dirgli di volerci riprovare. Imploralo, se necessario. Fatti raggiungere, fatti punire e vedrai che godrai tantissimo"

Già solo ad ascoltare le mie parole sta per avere un orgasmo. Ha mollato i freni, ormai. Vedere che anche io apprezzo certe pratiche la fa sentire meno sola nella sua perversione e gliela fa accettare, anzi apprezzare fino in fondo.

Il giorno dopo mi telefona dicendo che il fidanzato ha deciso di darle una seconda possibilità e che sarebbe venuto a casa a scoparla il pomeriggio stesso. Mi chiede di unirmi a loro, così da non sentirsi sola e da non commettere sbagli. Accetto volentieri. Non chiedo di meglio, a dire il vero!

Quando Francesco arriva in casa mi guarda con sospetto.

"E questa chi cazzo è?"

"Non ti ricordi di Gioia? Era anche al nostro matrimonio"

"Ti ho scopata?" domanda rivolto a me, con un sorriso strafottente.

"No" risposi altezzosa e divertita al contempo.

"Allora non posso ricordarmela. Come mai è qui?"

"Pensavo che ..."

"Per soddisfare le tue voglie" rispondo prontamente io.

Il volto di Francesco si illumina. Capisce al volo cosa sta per accadere e ci impone di spogliarci nude e di cominciare a lesbicare. Intanto prende il telefono e chiama due suoi amici, i quali prontamente ci raggiungono, infatti ancora più di lui. Nel frattempo io ed Camilla siamo per terra, avvinghiate in un sessantanove senza eguali. Tanto è l'entusiasmo con cui stiamo godendo che si possono sentire le nostre lingue schioccare sulle fiche rumorosamente.

"Chi sono queste due porcone?" chiede Marco, uno dei due.

"La mia ragazza e una sua amica. Troie, eh?"

"Decisamente sì" replica Paolo, l'altro.

"Sono due cagne in cerca di frusta. E noi gliela daremo, giusto?" dice Francesco.

Paolo, senza replicare, si sfila la cintura e prende a fustigarmi il culo, creando, in me, ancora maggiore eccitazione.

"Staccatevi, troie" impone Marco.

Ubbidiamo.

"Mettetevi in ginocchio"

Ci accucciamo in ginocchio. Culo al vento. Paolo, da dietro, ci fustiga il culo. Vedo il volto di Camilla che dal dolore iniziale sta passando al vero piacere.

Francesco ride. Poco dopo dice ai suoi amici di scoparci a volontà e loro non se lo fanno ripetere due volte. Si mettono dietro a noi e ci sfondano il culo violentemente, inculandoci con prepotenza.

Nel frattempo Francesco è al telefono con la sua nuova compagna. Vedo Camilla che si piega in due dalla gelosia, le suggerisco di godersi il cazzo che ha nel culo e di trasformare il dolore della gelosia in piacere, al pari di ogni altro dolore.

"Ti prego, amore, raggiungimi a casa della mia ex. Vedrai una bella sorpresa"

"Sta per arrivare Cristina" dice, quindi, a tutti noi. E mette il cazzo in bocca alla ragazza imponendole di succhiarlo, ma senza farlo venire.

Poco dopo bussa Cristina: una sventola di un metro ed ottanta, bionda, giovane, bellissima, estremamente volitiva. Si vede lontano un miglio che è una mistress coi fiocchi.

"Ciao amore mio" la saluta Francesco andandole incontro e baciandola con passione. Lei replica al bacio.

"E così Camilla si è decisa a rivelarsi la troia che è sempre stata!" esclama la mistress. "E quest'altra chi è?"

"Una sua amica"

"Fammela vedere meglio"

Francesco impone a Paolo di smettere di incularmi e di presentarmi a Cristina, che, nel frattempo, si è spogliata e siede, regale, sulla poltrona, con i suoi stivali dal tacco altissimo.

Paolo mi alza da terra prendendomi per la collottola e per i capelli e mi pone dinanzi alla mistress.

"Inginocchiati" mi ordina lei.

Eseguo diligentemente.

"Leccami gli stivali"

Lecco la tomaia, poi passo alla punta. Infine mi sbatte in bocca il tacco. Sono lerci, sotto. Mi prende paura di qualche malattia, ma non posso farne a meno: mi fa godere come una pazza, quel trattamento.

"Sdraiati a pancia in giù ed allarga bene le gambe"

Mi sdraio e le mostro la fica il più aperta possibile. Mi infila una parte del tacco dentro, mentre con il resto della scarpa spinge sulla fica. Sono fradicia.

"Porta la tua ragazza e falla leccare"

Mi portano Camilla e le impongono di leccarmi la fica. Lei mi lecca alla grande e vengo più volte.

"Basta! Queste due troie godono a prescindere da noi. E' intollerabile.!" urla Cristina. "Legale sul quelle sedie e punisicile con le pinze"

Ci legano a due sedie, con le gambe larghe e ci pinzano tette e clito. Quindi ci prendono a schiaffi e ci frustano le tette e la fica.

Nel frattempo Francesco e Cristina cominciano a fare l'amore, offrendoci lo spettacolo impareggiabile di una scopata meravigliosa. A loro si uniscono anche Paolo e Marco, ovviamente. Cristina viene presa da dietro e davanti contemporaneamente, mentre il terzo glielo infila in bocca. Mentre con noi si era mostrata una mistress spietata, con loro sembra una docile puttanella. Capisco quanto possa essere attraente.

Sborrano tutti e tre e Cristina raccoglie la sborra dai loro cazzi con la lingua, ingoiando tutto. Quindi si mette in poltrona esausta, seguita dagli altri tre. Ci guardano a lungo, parlando di noi come se non ci fossimo.

"Hai visto quelle due che troie schifose?" dice Cristina. "Scommetto che a vederci scopare si sono tutte bagnate. Meriterebbero una bella punizione"

Paolo si accende una sigaretta e propone la punizione del fuoco.

"Dai, non puoi marchiarle. Sei uno stronzo!" esclama senza convinzione Marco, già eccitato all'idea.

"Non voglio marchiarle, solo fargliela assaggiare"

"Ci sto!" esclama Cristina, a sua volta accendendosi una sigaretta.

Francesco e Marco, intanto, ci guardano, menandosi il cazzo per farselo nuovamente duro.

Cristina e Paolo si avvicinano a noi ed accostano la brace della sigaretta al braccio: il fuoco sembra una puntura di insetto, entrambe urliamo. Allontanano immediatamente la sigaretta. Quella che sembrava una puntura si allarga presto in un bruciore infernale.

"Vi è piaciuto?" urla la mistress.

Il nostro silenzio non le piace.

"Voglio la verità" e molla un ceffone ad Camilla. "Vi è piaciuto?"

Pensiamo alla risposta. Vuole la verità. Dobbiamo essere sincere, dunque. Il fatto è che io ho provato dolore, ma anche un piacere immenso e non posso certo dire che non mi è piaciuto. Solo che con quella risposta autorizzo altre bruciature. Che fare?

Prendo coraggio e dico "S-sì. Mi è piaciuto"

Camilla mi segue.

La mistress sembra estasiata.

Nuovamente Paolo e Cristina accostano le braci delle sigarette, questa volata al nostro seno. E' solo un brevissima toccata. Non spingono, non creano cicatrici permanenti, ma l'urlo che facciamo è straziante.

"Francesco, non ti sembra il caso che si depilino per bene, queste due troie?" dice Paolo guardando le nostre fiche.

Marco va, allora, in bagno e torna con schiuma da barba e lametta. Ci depila senza troppa cura nel non farci male. Alla fine abbiamo le fiche rasatissime, ma tutte rosse ed irritate.

Cristina e Paolo completano l'opera con la sigaretta, accostando la brace accesa alle grandi labbra, prima una, poi l'altra. Il dolore è così grande da annullare quello che ci danno le mollette sui capezzoli e sul clitoride.

Ridono tutti e tre.

"Sono proprio portate ad essere troie!" esclama Cristina. "Mi piacciono. Ci trasferiamo qui?"

"Penso proprio di sì. Tu vuoi che ci trasferiamo qui, vero Cami?"

Camilla annuisce debolmente. Un ceffone in pieno viso la raggiunge. "Voglio più entusiasmo, tesoro. Dopo tutto dovresti essere molto felice che io accetti di dartelo ancora, qualche volta, e che ti permetta di servire al piacere mio e della spelndida Cristina"

Camilla si mostra più entusiasta.

"E tu?" Francesco si rivolse a me. "Che ne facciamo di te?"

"Possiamo tenere anche lei, almeno per un po'. Sarà piacevole averle entrambe a servizio"

"Va bene" assente Francesco. "Ma solo se mi darà prova di quanto è brava in bagno"

La mistress sorride e comincia a masturbarsi, raggiunta subito da Marco che, voglioso di lei, si inginocchia e le succhiò la fica.

"Che troia che sei, amore mio. Appena menziono il bagno già ti tocchi. Dai, Marco, falla godere per bene, mentre io e Paolo ci sfoghiamo con queste due puttane"

Ci slegano e ci scopano alla pecorina, mettendoci il cazzo ora nella fica, ora nel culo, fino a sborrarci in bocca.

Ingoiamo tutto, è chiaro.

Tutti ormai ampiamente soddisfatti, ci autorizzano a lavarci e raggiungerli di là, togliendoci le mollette. Ci facciamo la doccia.
Approfittiamo della doccia per toccarci e baciarci, fino a godere dolcemente, quindi, completamente nude, andiamo in salotto e raggiungiamo gli altri, i quali, comodamente seduti su divano e poltrone, ci dicono di metterci a quattro zampe ed accucciarci vicino a loro. Così facciamo e ci elargiscono carezze sui capelli.

"Ho un regalo per le due puttanelle, tesoro!" esclama Cristina. "Vado a prenderlo in macchina"

Marco l'accompagna, cosa che non mette di buon umore Francesco. Può accettare che l'amico la scopi, ma che la corteggi no. Io e Camilla ci guardiamo negli occhi e ci capiamo al volo, godendo di quel suo dolore.

Cristina torna con due collari borchiati e due guinzagli. Ce li fa indossare e per il resto della serata siamo le loro cagne.

Ci mettono nuovamente le mollette e ci frustano, ma non ci scopano più. Francesco scopa Cristina davanti a Marco e Paolo che si segano sulla nostra faccia, ma null'altro.

Ci salutano dicendo che sarebbero tornati nel weekend successivo per restare un tempo indeterminato e decidere se vivere lì.

"Naturalmente" aggiunge la mistress "La condizione per il nostro trasferimento è che anche tu venga a vivere con noi" rivolgendosi a me.

"Certo!" risponde entusiasta Camilla.

La guardo incredula. Ho creato un mostro, penso; ma di certo non la contrasto: quanto meno, ho trovato due nuovi, piacevoli padroni!
 
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